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Carnevale di Sangue

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Questo è il mio contributo per il Vecchio Carnevale Blogghereccio di aprile a tema Festività.

La città di Tarsis sembra non conoscere altro che il fasto, la ricchezza e la fortuna. Una città bellissima, in piena espansione, crocevia di beni e conoscenze. Tutti ne vogliono un pezzo, tutti vorrebbero abitare a Tarsis, ma nessuno può diventarne cittadino se non partecipa alla Festa del Sangue. Ogni anno all’inizio della primavera la città innalza vessilli rossi per la città, tutte le donne in età da marito si vestono di rosso, tutti gli scapoli mettono un berretto rosso e tutti coloro che desiderano visitare la città in quei giorni devono vestirsi di bianco durante tutta la settimana di festeggiamenti, durante i quali il vino – rigorosamente rosso – scorre a fiumi, uscendo perfino dalle fontane. Dove si mangiano i deliziosi pani di melograno, beneauguranti. In questi sette giorni tutti possono fare tutto e nulla sembra proibito, ma quello che le altre nazioni non sanno, è che Tarsis deve la sua gloria ad un patto scellerato, fatto dagli anziani molti decenni prima, quando – durante la costruzione delle fogne – è stato rinvenuto nelle profondità della città un pozzo: attorno ad esso scheletri e creature morte, apparentemente uccise da un mostro divoratore. Il mostro è una antica divinità ctonia rimasta in trappola per millenni grazie alle imprese di eroi oggi dimenticati, eroi che l’avevano sigillato nel profondo, a morire in eterno. I lavori hanno rotto il sigillo, e il dio-demone, indebolito, ha offerto un patto: lussuria e morte in cambio di ricchezza e potere. Da allora la città si inebria di vino, sesso e sangue ogni anno per sette giorni, e chi vuole entra in città in quei giorni deve scegliere (anche se non lo sa): essere una offerta, o diventare esso stesso un sacrificatore. In entrambi i casi, le sue bianche vesti, si tingeranno di rosso…

Gli effetti della Festa

Durante la Festa sarà certamente possibile ascoltare le più varie dicerie tra una pinta e l’altra, alcune vere e altre no, con tutte le possibili conseguenze. Durante il periodo della Festa fare baldoria può essere un modo per fare esperienza [almeno in ambito OSR], la città è piena di taverne, bordelli e fumerie di Loto Nero: per ciascuna serata o attività, sarà possibile guadagnare PX in base alla spesa di MO (tirate d10 e moltiplicate per 200, se il PG è disposto a spenderli, li guadagna in esperienza). Tuttavia dopo ognuna delle singole attività sarà necessario fare un tiro salvezza contro veleno o perdere – fino alla mattina successiva – un punto di Costituzione o di Forza (a scelta).

Tabella delle dicerie (d6)
Si dice che sotto la città ci siano le rovine di un antico tempio perduto (VERO)
Di notte durante la Festa il vento fa strani rumori (FALSO, non è il vento…)
In un lontano passato qui si combatté una battaglia epica (VERO)
Da qualche parte si dice che sia nascosta una spada magica (FORSE)
Il vino non fa ubriacare durante la Festa (FALSO, è più facile grazie all’influsso del Senza Nome, -2 TS contro Veleno e alle prove di Costituzione)
Due delle precedenti

Gli avventurieri che facessero tappa a Tarsis durante la festa troverebbero ogni svago possibile, e tuttavia durante le notti, specie le ultime due, potrebbero trovarsi nella condizione di essere braccati da Baccanti e cittadini bramosi di infierire sui loro corpi, in molti modi. In ogni caso ad un certo momento verrà messa di fronte loro una possibilità: o morire o uccidersi tra loro, chi sopravvivesse sarebbe non solo risparmiato, ma diventerebbe cittadino, gli verrebbe affidata una casa e una borsa con 1000 monete d’oro e potrebbe vivere per sempre a Tarsis a patto che nei successivi anni partecipi come carnefice alla Festa. Un chierico o paladino di una divinità buona è sempre la prima vittima se è possibile, e – a meno di apostasia – non gli verrà mai offerto di restare a Tarsis.

Male hand with bloody knife against the white floor with puddles of blood. Stabbing. Kill with a knife.

Lo scontro finale

Il Senza Nome vive delle energie malvagie degli assassini e delle vibrazioni provocate dagli eccessi durante la Festa, non può ancora uscire dalla sua tana, ma ad ogni Festa si rafforza. Egli ha mentito agli anziani, ed essi non sanno che il Senza Nome non ha scelto di restare a Tarsis, semplicemente non può andarsene. Ancora.

Per i PG le possibilità sono le seguenti: farsi uccidere, uccidersi tra loro, tentare di restare nascosti fino alla fine della Festa mentre tutta la città li cerca, scendere nelle fogne alla ricerca della tana del Senza Nome per abbatterlo o sigillarlo nuovamente. Questo comporterebbe la fine della innaturale prosperità di Tarsis, ma anche la fine del macabro festino. Il GM può adattare la forza della creatura e la modalità di sconfitta in base al tono e al livello della sua campagna.

Come si sconfigge il Senza Nome? (d6)
Una ricerca accurata, lunga e molto molto difficile nell’antica Biblioteca fornirà il Vero Nome, grazie ad esso il potere della Creatura sarà dimezzato
Esiste un’arma magica nei meandri dei sotterranei della città capace di ferire e uccidere la Creatura
La Creatura è un “normale” demone di livello appropriato
L’unico modo di fermare il Senza Nome è sacrificare se stessi sigillando con la propria vita l’ingresso della Tana
La Creatura in realtà è morta da tempo ma gli abitanti non lo sanno e proseguono i loro riti
Il Senza Nome attende che qualcuno lo ami e resti con lui per sempre. Un atto di gentilezza spezzerebbe la maledizione che lo affligge permettendogli di ritrasformarsi in una creatura luminosa (le implicazioni sono a discrezione del GM)

Questo contenuto è sotto licenza CC-BY-SA 4.0

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Lucandrea "Jarluc" Massaro

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