community Roleplay Teoria

Il politically correct e il Gdr

0 0
Read Time:8 Minute, 15 Second

Alla vigilia di una biopic sul Professore di Oxford, una polemica senza senso sulle “razze”

Nel giro di pochi giorni ho incrociato due articoli molto diversi ma con almeno un passaggio in comune: Tolkien.

Il professore di Oxford che ci ha regalato un intero mondo fatto di epica, avventura, spiritualità e con il più prodigioso apparato linguistico della storia della letteratura, il mondo de Il Signore degli Anelli, sta per essere immortalato in una biopic prodotta dalla Twenty Century Fox

Una notizia che mi ha chiaramente rallegrato, sperando che sia accurata e fedele alla incredibile personalità di JRR Tolkien, al suo pensiero e alla sua fede. Tolkien era un cattolico di profonde convinzioni, e non si può capire la sua opera disgiungendola dalla sua fede. Ed è qui che ho incrociato uno dei due articoli in questione, una traduzione a cura di Donne Dadi e Dati, una pagina che abbiamo ospitato sulla fanpage, di un articolo di Autosave: “That Orc-ward moment: racial coding in Dungeons and Dragons” (qui trovate l’originale e qui la traduzione), nel quale ho trovato un passaggio che mi ha fatto quasi piangere per il dolore, un dolore personale ma anche intellettuale:

In un Fantasy più coloniale, quindi, Orchi e Mezz’Orchi rappresenterebbero chiaramente i neri. Tribù di massicci bruti, con una passione per le cose semplici, come bere e combattere, minacciosi nei confronti della gente che incontrano. E per questo, possiamo incolpare Tolkien.

Niente viene fuori dal nulla. L’arte ispira l’arte, e quando Dungeons & Dragons saltò fuori dal mondo dei war game, e dalla storia della fiction fantasy-western degli anni Settanta, le sue ispirazioni erano palesi. In particolare il Signore degli Anelli, la pionieristica trilogia di J.R.R. Tolkien, fu impiegato in prima linea nella creazione del mondo e dell’atmosfera del gioco.

Per quelli che non lo conoscono, il Signore degli Anelli tratta le vicende di un mondo fantastico chiamato Terra di Mezzo. Il posto è occupato dalle Razze Buone, Umani, Elfi, Nani e simili, e dalle Razze Cattive, come Orchi e Goblin. Ora, se non avete colto il sottile sottinteso nella frase precedente, i buoni nel SdA sono quasi esclusivamente uomini bianchi simil-europei. Sono tutti belli e dalla pelle chiara (qualità portate al livello di super-umani dagli Elfi, ostentati come i Più Buoni e Più Puri del mucchio), e persino i goffi hobbit sono rubicondi modelli della virtù rurale inglese. Di contro, le Razze Cattive hanno tutte pelle scura, narici ampie, labbra carnose e dreadlocks. Sono considerate brutte e mostruose, e come se non bastasse la loro apparenza ne conferma la malvagità intrinseca. Impariamo a empatizzare e a riconoscerci in personaggi che ci somigliano, a riflettere su di loro il modo in cui percepiamo noi stessi e anche quando ero bambino mi era evidente che avevo più in comune con i cattivoni del SdA che con, per esempio, Viggo Mortensen.

In questo brano tratto dall’articolo a firma di Reuben Williams-Smith, mi viene da pensare innanzi tutto che abbia scambiato l’opera tolkeniana con i film di Peter Jackson.

Sì gli Orchi hanno la pelle scura e sì gli Elfi e gli umani sono tutti tendenzialmente di carnagione chiara. I secondi perché Tolkien si ispirava esplicitamente alle saghe germaniche e norrene, quando pensava agli eroi pensava a Sigfrido e Lancillotto, i primi non per razzismo ma per qualità ontologica. Se gli elfi sono l’incarnazione della Luce, gli orchi – che nascono da una loro perversione ad opera del Nemico – sono il Buio. Tutto nell’opera tolkeniana è figura del Bene e del male, con precisa preferenza per il primo. L’opera tolkeniana è un racconto di viaggio, in cui i personaggi principali (Frodo, Aragorn, Gandalf) hanno ciascuno tratti cristologici. L’Anello rappresenta il peccato, gli Elfi sono figura degli Angeli. Tutto l’universo tolkeniano risente della Chanson de Geste, del ciclo arturiano, del poema cavalleresco in cui la donna ha un ruolo preciso ma non subalterno. Ovvio che se si vuole leggere la letteratura medievale con gli occhi della postmodernità tutto apparirà come viziato di razzismo, fanatismo, violenza e patriarcato, ma le opere vanno lette rispetto all’intento dell’Autore e al suo paradigma culturale e l’opera di Tolkien può essere accusata di razzismo solo da chi non la conosce.

Tuttavia – al di là di questo scivolone pur grave – mi pare altrettanto vero che in ambiente americano la riflessione su sessismo/razzismo nel gioco di ruolo si sia aperta davvero, ed è un bene. E’ una riflessione importante e utile ma anche qui bisogna fare attenzione a non decontestualizzarla: la società americana è una società multiculturale da molto più tempo di quella italiana e in maniera molto più profonda ancora oggi. Se – e mi riferisco ad un interessante articolo accademico “Privilege, Power, and Dungeons & Dragons: How Systems Shape Racial and Gender Identities in Tabletop Role-Playing Games  – nelle immagini del manuale del 1974 lasciava spazio alla rappresentazione iconica di personaggi femminili solo nel 22% dei casi e invece in nessun caso rappresentava afroamericani o asiatici (pur essendo essi già ampiamente presenti nella società americana), esso non vuol dire (come spiega lo stesso autore, Antero Garcia) che il lavoro di Gary Gygax fosse un prodotto razzista, semmai che fosse un prodotto del proprio tempo e del proprio milieu culturale.

La scarsa rappresentazione di afroamericani non poteva del resto indignare noi italiani quando ricevemmo il manuale negli anni ’80: io vivo a Roma e a mia memoria non c’erano bambini di colore né alle elementari, né alle medie quando iniziai a giocare di ruolo. Non erano nel mio spazio mentale, il fatto di non “calcolarli” non fa di me un razzista. Oggi naturalmente sarebbe diverso. Il tema della razza e del genere è un problema che agita da tempo la società anglosassone e in misura diversa (talvolta minore, ma certamente con accenti culturalmente diversi) l’Europa continentale. Probabilmente c’è anche una filosofia sociale diversa alla base di questi due mondi, sarebbe interessante indagarla (del resto, a spanne, nel gioco da tavolo ci si divide tra german e american, e sono due modi alternativi di pensare le dinamiche di gioco), ma non è questa la sede.

Tornando a bomba, esiste una cultura nerd egemonizzata dai maschi bianchi eterosessuali? Certamente sì. Essa è automaticamente razzista e sessista? Non credo, ma è giusto preoccuparsene, tuttavia – tornando all’articolo iniziale – il tema è quello del concetto stesso di “razza” dentro il gdr a partire proprio da Dungeons and Dragons che – in quanto capostipite – ha tracciato una via:

Il Mezz’orco è l’opzione primaria offerta dal Manuale del Giocatore a coloro che vogliano aggiustare le proprie retoriche problematiche. E assottiglia anche il già abbastanza labile confine tra “razza” e “specie”. Essendo un mix di due differenti popoli, si porta dietro lo stigma e le aspettative da ciascuno. Per i Mezz’orchi cresciuti tra gli Umani, questo significa una vita passata a venir giudicati per le proprie origini, non abbastanza Umano per essere degno di fiducia, non abbastanza Orco per essere rifiutato del tutto.

Il razzismo secondo l’autore è stato sposta dall’etnia (caucasico, asiatico, africano) al binarismo umano/non-umano. Il centro dell’articolo è che nel fantasy:

Il concetto che certe razze o gruppi etnici hanno tratti genetici che li rendono più forti, più veloci o più intelligenti, o più inclini al bene o al male è un orribile retaggio del colonialismo, i cui atteggiamenti hanno condizionato i suoi scrittori più influenti [Tolkien, ndr].

A mio modo di vedere questa impostazione, formalmente corretta e forse condivisibile, sconta il problema su un misconoscimento dell’opera tolkeniana. Se togli il concetto di Bene e male dall’equazione, e ignori che gli orchi non sono cattivi perché rappresentati così, ma perché sono una perversione operata dal Male, finisce che non comprendi più perché gli umani e gli orchi sono nemici, quella malvagità la vedrai solo come frutto della propaganda (neo)coloniale e che questa è la causa di questo travisamento, e che in fondo gli Orchi hanno un’altra morale e che – essendo questa soggettiva e non oggettiva – dipingerli come malvagi è un arbitrio. Ma questo è un problema che nasce quando ci si espone al ridicolo pensando che il Signore degli Anelli non sia una opera connotata teologicamente.

Bene quindi ragionare di “spazi sicuri” al tavolo da gioco per donne/omosessuali/minoranze etniche, benissimo problematizzare la scrittura del gioco di ruolo, attenzione però a non costruire una caccia alle streghe basata sugli eccessi del politicamente corretto, o ci ritroveremo a non poter più descrivere assassinii, stupri e violenze mentre siamo al tavolo da gioco.

I generi letterari cambiano ma per essere riconoscibili come tali hanno bisogno anche di continuità e capisaldi, che possono anche essere ripensati e ribaltati (io avevo iniziato una campagna in cui gli elfi erano in pratica dei nazisti che occupano le terre degli umani imponendo il loro dominio su di essi) ma non sterilizzati, altrimenti come ho detto ci ritroveremo presto – anche al tavolo da gioco – in quella condizione orribile in cui si ritrovano nei campus e nelle università americane dove in pratica non esiste più il vero free speech e dove non si possono leggere (o almeno bisogna avvisare l’uditorio) i classici greci e latini perché parlano di stupro (ma anche Shakespeare è sotto accusa) oppure saremo costretti a riscrivere i classici anche di autori marcatamente progressisti come Mark Twain perché usava come tutti nel suo tempo (come direbbe JD di Scrubs) “Nero con la g” in luogo di afroamericano e riproposta negli USA con l’asettico “schiavo”. Ecco forse la forza della frequentazione coi miti classici in Europa (dall’Italia alla Francia alla Germania e alla Spagna) ci ha protetto dall’allevare una generazione di snowflakes come sta accadendo negli USA…

In conclusione parliamone, sforniamo giochi che ribaltino i ruoli come Night Witches o Kagemusha Kagematsu, ma non buttiamo il bambino con l’acqua sporca!

PS: Per approfondire alcune questioni su Tolkien clicca qui.

About Post Author

Lucandrea "Jarluc" Massaro

Con il nick di Jarluc lo trovate loggato qua e là sul web, è il boss di questo blog
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Lucandrea "Jarluc" Massaro

Con il nick di Jarluc lo trovate loggato qua e là sul web, è il boss di questo blog

You may also like...

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *